La corsa del greggio non si arresta e lo scenario di un prezzo che potrebbe arrivare ai 200 dollari al barile inizia a spaventare (non poco) le economie mondiali.
Le prospettiver per la nostra economia – che già veleggia in acque burrascose – potrebbe più degli altri paesi europei pagare un dazio pesantissimo.
A disegnare lo scenario della “vita” del nostro Bel Paese con un prezzo del greggio a 200 dollari è stata Confesercenti: vediamo quali effetti - pesantissimi - potremmo ritrovarci a vivere.
Il primo problema da afforntare sarebbe sicuramente quello legato ai carburanti: con un greggio a 200 dollari al barile il prezzo della benzina potrebbe superare i 2 euro.
Tale prezzo comporterebbe inevitabilmente una riduzione dei consumi che potrebbero scendere dell'8-10%. L’aggravio per le famiglie, sarebbe in media di circa 600-800 euro l'anno.
E’ facile prevedere anche un utilizzo – limitato – dell’autovettura.
Cambieranno in parte anche le abitudini e i consumi delle famiglie che dovranno fronteggiare costi crescenti per il riscaldamento oppure per l’acquisto di beni e servizi.
ALLARME PER I CONTI PUBBLICI
Secondo le stime di Confesercenti , il Pil italiano diminuirebbe dello 0,4% solo nel primo anno, mentre l'impatto recessivo del più alto prezzo del petrolio comporterebbe una perdita di posti di lavoro che in quattro anni farebbe lievitare il tasso di disoccupazione di circa un punto.
Peggiorerà anche la bilancia dei pagamenti, l'inflazione il primo anno registrerebbe un balzo di un punto.
Con la crescita inflazionistica scatterebbe poi una politica monetaria restrittiva con il conseguente aumento dei tassi di interesse ed un impatto negativo su mutui e debito pubblico.
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